I sentieri di Faido
Insieme a Faido, lungo i sentieri del tempo
L’assemblea annuale di TicinoSentieri riscopre la Belle Époque del turismo pedestre leventinese
Quest’anno l’assemblea annuale di TicinoSentieri si è svolta a Faido, lo storico e pittoresco capoluogo del distretto di Leventina noto per il suo prestigioso passato di rinomata meta di villeggiatura. Una vocazione turistica che è stata anche alla base dello sviluppo dell’escursionismo pedestre nel circondario della zona, di cui Faido è stato uno dei Comuni precursori.
Mappa sentieri Faido, 1933.
Come ricordato durante l’assemblea dal Sindaco di Faido Roland David, correva il 1882 quando venne inaugurata la Ferrovia del Gottardo, importante raccordo che favorì gli spostamenti di viaggiatori provenienti dal nord e dal sud del Ticino. Faido si trasformò nel terzo polo turistico del cantone, dopo Locarno e Lugano, e i benestanti milanesi cominciarono a giungere numerosi in Leventina attratti dalla qualità dell’aria, dall’acqua sorgiva e dalle cure a base di latte. In breve tempo sorsero qui la prima centrale elettrica del Ticino (la decima in tutta la Svizzera), che dotò Faido di strade e abitazioni illuminate, numerose ville di prestigio in stile Liberty e i primi grandi alberghi di lusso. Erano oltre 700 i turisti ospitati negli hotel di Faido durante la stagione estiva, un numero enorme che generò l’esigenza di creare un sistema di intrattenimento organizzato. Si costituì allora come ente turistico locale la Pro Faido, che aveva come obiettivo quello di promuovere l’attività e l’attrattività turistica del paese. A questo scopo, puntò soprattutto sui meravigliosi sentieri del circondario, che vennero così valorizzati, segnalati e muniti di panchine.
Cartello Pro Faido.
L’allestimento dei primi percorsi per le passeggiate in natura è testimoniato ancora oggi da alcuni cartelli escursionistici metallici dell’epoca ritrovati negli archivi del Comune. Si tratta di reperti straordinari, forgiati dalla Sigg di Frauenfeld e tuttora in perfetto stato di conservazione. Da quella mitica Belle Époque di Faido è riemerso anche un piano dei percorsi della zona del 1933, tracciato rigorosamente a mano e destinato ai villeggianti. Rappresentava, tra l’altro, anche la Strada Alta, via a mezza montagna suddivisa in tre tappe che si snoda tra Airolo e Biasca e attraversa la frazione faidese di Osco, che fu realizzata e promossa su scala internazionale nonché immortalata negli anni ‘70 grazie all’inno dedicatole da Nella Martinetti.
Manifesto Strada Alta.
Tra i punti notevoli dei sentieri già segnalati all’epoca, sono da ricordare la cascata Piumogna, che al tempo era accessibile attraverso un ponte di legno coperto e che fu uno dei primi patrimoni naturali a essere tutelati dalla legge cantonale, e il tratto tra la stazione e l’ospedale, molto suggestivo e ricco di scorci panoramici.
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale l’epoca d’oro del turismo leventinese si interruppe, ma, come evidenziato durante l’assemblea di TicinoSentieri, i meravigliosi cammini tanto frequentati in quegli anni sono ancora presenti: non serve far altro che ripercorrerli per rivivere un po’ della magia di quegli anni suggestivi.