Alla riscoperta del telo di sopravvivenza in alluminio
Il foglio di salvataggio in alluminio conosciuto sotto diversi nomi come “telo di sopravvivenza”, “coperta di sopravvivenza” o “foglio in alluminio”, ecc., è stato un po’ dimenticato e non è presente, come dovrebbe, nello zaino di chi effettua gite in montagna sia in inverno sia in estate. Del peso di pochi grammi, di ingombro minimo e del costo di pochi franchi (quindi accessibile a tutti), può contribuire a salvare una vita umana.
Prodotto dalla NASA negli anni ’60 per riflettere i raggi solari si è passati negli anni ’70 a produrlo per evitare perdite di calore nelle persone coinvolte in incidenti. Questo foglio, non costituito solo di allluminio ma anche di plastica (per garantirne la resistenza), riesce infatti a riflettere di un buon 90% il calore e se pensiamo che un corpo in movimento produce ca. 360 W (a riposo ca. 120 W) di calore il guadagno è notevole.
L’ipotermia è un fenomeno che colpisce chi è coinvolto in un incidente invernale (p. es. valanga) ma anche con il caldo uno shock può far scendere la temperatura corporea. Durante un sanguinamento è appurato che il freddo rende più liquido il sangue e quindi mantenere al caldo un corpo ferito è di fondamentale importanza.
“Tanto quando lo si apre con il vento si spacca”: non è più così vero! I moderni fogli sono decisamente più resistenti a patto che non siano già fessurati e, come detto, il costo è talmente limitato che ogni tanto lo si può sostituire.
Il metodo che si propone qui (v. foto) per “indossare” il foglio di salvataggio limita decisamente il pericolo di rottura rendendo anche più contento il pilota di elicottero che non si vede svolazzare in giro lembi di telo di sopravvivenza.
È indifferente quale lato del foglio si pone verso il corpo (parte dorata o argentata): gli infrarossi vengono riflessi in ugual misura. Esso va però posto sotto un indumento che lo mantiene fermo, non a contatto con la pelle (ad esempio sotto un maglione, v. foto) e fermato nella cintura dei pantaloni. Un cappuccio aiuta a non perdere calore dalla testa. In questo modo il paziente può eventualmente ancora essere mosso con il foglio si muove con lui.
Inoltre, forse non tutti sanno che attraverso il telo di sopravvivenza si riesce a vedere! Messo come mascherina sugli occhi, oltre a lasciar vedere, protegge anche benissimo dai raggi UVA e UVB: può quindi essere considerato una protezione di emergenza per chi ha dimenticato gli occhiali da ghiacciaio.
Ecco perché averne sempre uno o due nello zaino!